Al Teatro Rossetti nella “ Sala Bartoli ”per Gianni Bartoli la storia del SINDACO che salvò dalla demolizione il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
abbiamo fatto Il pienone
Teatro dei Teatri
Il teatro dei teatri
Pienone. Non sold out.
Perché il teatro è ancora in lingua italiana.
Ieri ho fatto qualcosa che difficilmente riuscirò a dimenticare.
Ho portato in scena uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da me, interamente dedicato a Gianni Bartoli, il sindaco che nel dopoguerra guidò Trieste nel delicato ritorno all’Italia.
Un uomo che amava la cultura, che salvò il Teatro Rossetti dalla demolizione, lottando per difendere l’identità e la dignità della città.
E dove ho raccontato questa storia?
Nella Sala Bartoli.
Dentro quel teatro che lui stesso ha salvato.
Un luogo che non era solo cornice, ma protagonista vivo.
È come se il teatro avesse restituito la voce a chi gli aveva dato vita.
E io, su quel palco, non ho solo recitato. Ho servito una memoria sacra.
Ogni battuta, ogni luce, ogni silenzio… era una preghiera civile.
E poi — la sala piena.
Pienone. Non "sold out".
Non per fare polemica, ma per scelta consapevole.
Perché ieri il teatro parlava in italiano, in memoria viva, in voce interiore.
Il pubblico era presente, partecipe, emozionato.
Presentissimo.
E poi, le parole del Presidente Sardos Albertini.
Mi si è avvicinato con gli occhi lucidi. Mi ha detto:
“Mi hai riportato indietro, quando mio padre e Bartoli si trovavano insieme, fianco a fianco, a lottare per questi ideali.”
In quel momento ho capito:
avevo fatto centro.
Avevo onorato non solo la storia, ma le radici vive di questa città.
Per me, che ho scritto cortometraggi, che ho diretto altri spettacoli,
questa volta è stato diverso.
Qui il luogo era parte dello spettacolo.
Qui il teatro stesso raccontava.
E io ero solo il tramite.


Un grazie profondo a chi ha reso possibile tutto questo:
Elena Pontini – soprano meravigliosa, voce rara e potente
Carlo Marzaroli – maestro autentico, in piena sintonia scenica
Alessandro Perosa – fonico attento, preciso, essenziale con discrezione e intelligenza
Manuel Zuliani – luci che scolpiscono e accompagnano, creando atmosfera e respiro
Nicole Tammetta – assistente alla regia attenta, delicata, presente
Cristina Vit – sarta sapiente, mani esperte che hanno cucito e curato i costumi dello spettacolo con precisione e dedizione
Michela Pertot – che mi ha dato il vestito di Beethoven, restituendogli la forza evocativa necessaria per renderlo figura viva in scena
Elisabetta Fragiacomo – voce fuori campo registrata, che ha dato vita alla figura della moglie di Bartoli con misura, grazia e profondità
Elisabetta Mereu – cuore operativo della produzione, che ha seguito tutto con cura e passione
Chiara Bartoli, figlia di Gianni Bartoli – che nei suoi racconti, spesso raccolti nei “baretti come due carbonari”, mi ha affidato parole, emozioni, documenti, anima pura e viva.
Senza di lei, questo spettacolo non avrebbe avuto la stessa verità.
Ieri non è andato in scena solo uno spettacolo.
È andata in scena una restituzione.
Un atto d’amore per un uomo giusto.
E per un teatro che, grazie a lui, ancora oggi può parlare.
Francesco Gusmitta


