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Fra' GladiAttore | Dove l’Arte è Vita e il Teatro è Verità

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Fra' GladiAttore | Dove l’Arte è Vita e il Teatro è Verità

Non chiamatelo amore. Un grido d’amore per l’arte. Firmato GladiAttore.

2025-06-27 21:31

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riflessioni,

Non chiamatelo amore. Un grido d’amore per l’arte. Firmato GladiAttore.

Una riflessione sul senso perduto dell’amore e dell’arte, tra teatro, verità, e identità smarrite.

✍️ PREMESSA DELL’AUTORE

Oggi, troppo spesso, si crede che l’arte debba accogliere tutto.
Che basti “esprimersi” per fare arte.
Ma l’arte – quella vera – ha regole invisibili.
Nasce da un pensiero chiaro, da un’urgenza reale,
da un rispetto profondo per l’anima umana.


Io sono un attore.
Ho lavorato con tutti, senza mai fare distinzioni.
Ho condiviso palchi e set con persone di ogni orientamento, con umanità diverse,
e so quanto ogni essere umano porti con sé una storia sacra.


Ma proprio per questo, oggi sento il dovere di prendere posizione.
Perché l’amore non è un’esibizione,
il pudore non è debolezza,
e la bellezza non si urla: si custodisce.


Abbiamo trasformato l’emozione in melassa.
Oggi si confonde l’arte con la provocazione,
la poesia con l’ironia sguaiata,
il linguaggio con lo slogan.


Non ci chiediamo più da dove nasce un’emozione vera.
Non esiste più un fil rouge emotivo nei film.
Tanti effetti speciali… e poi, alla fine, il nulla.
Un vuoto che non vibra, non crea, non resta.


Ma la bellezza – la vera bellezza –
è figlia del rigore, del silenzio, del pensiero profondo.
Ed è tempo di dirlo.



 NON CHIAMATELO AMORE

 de il GladiAttore


Io sono un attore.
E ho lavorato con tutti.
Con uomini, donne, trans, comici, cantanti, ballerini, omosessuali e non.
L’arte, quando è vera, non giudica il cuore.
Ma oggi… oggi qualcosa si è rotto.


Perché oggi non si distingue più l’amore dal rumore.
Il pudore dal narcisismo.
La libertà… dalla volgarità.


Oggi vedo parate dove si urla l’amore,
e non lo si vive.
Vedo uomini travestiti da donne, mezzi nudi, con falli di gomma in mano,
che chiamano tutto questo "orgoglio".
E io mi chiedo: orgoglio di cosa?


Ma sia chiaro:
non ho mai provato piacere nemmeno nel vedere due eterosessuali baciarsi in pubblico con la lingua,
come se dovessero convincere il mondo del loro amore.


L’amore vero non ha bisogno di mostrarsi.
Che sia tra un uomo e una donna, o tra due uomini o due donne,
ciò che mi disturba è l’eccesso, la pornografia del sentimento.


Perché quando l’amore diventa esibizione… smette di essere amore.


Io non contesto il diritto di amare chi si vuole.
Contesto l’oscenità dell’esibizione,
quando diventa pornografia emotiva,
quando sbandieri la tua intimità davanti ai bambini,
e pretendi che ti applaudano.


Questo… non è amore.
Questo è spettacolo di sé stessi.
E il teatro… quello vero…
non è mai stato uno specchio per narcisisti.
È stato, semmai, specchio per l’anima.


Lo dico con verità:
molti attori, dietro le quinte, giocavano a fare i gay.
Molti erano eterosessuali.
Non lo facevano per deridere,
ma per sciogliere le tensioni, per ironizzare sulla vita,
per giocare con i linguaggi dell’ambiguità,
in una confidenza teatrale fatta di libertà e intelligenza.


Era un gioco tra uomini, tra artisti.
Oggi invece quella caricatura è diventata norma.
È diventata un modello comportamentale esibito, urlato, ostentato,
e spesso svuotato di ogni significato profondo.


Se oggi un comico ti dice “sei una merda”,
e lo fa ridendo con tono femmineo e vezzoso…
la gente ride.
Ride e applaude.
Perché non sa più che cos’è davvero l’amore.
Non sa più che cos’è davvero il rispetto.


E io, che sono cresciuto difendendo la sacralità del palco,
che ho imparato a recitare in silenzio,
con rispetto per il pubblico e per la parola,
oggi non ci sto.


Non chiamatelo amore.
Non chiamatelo arte.
Non chiamatelo teatro.


Io, GladiAttore,
scelgo di rifondare un pensiero dello spettacolo.
Uno spettacolo che torna ad essere rito,
non cabaret di anime confuse.


Lo spettacolo è un tempio.
E chi vi entra
dovrebbe farlo in punta di piedi.
Perché la bellezza non urla.
La verità… non si traveste.
E l’amore…
l’amore vero…
non ha bisogno di essere spiegato.
Si riconosce da sé.





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