Essendo oggi San Nicolò, che a Trieste è festeggiato ancor più di Gesù Bambino, voglio raccontarVi una storia a lieto fine....una di quelle in cui "senti" che il BENE trionfa La storia di Cecchi’ Voglio raccontarvi una storia, quella di Cecchi', un uomo nato a Teramo da una nobile pastorella abruzzese di Atri e da un ispettore delle tasse trasferito lì da Torino. Sapete com'è andata? Il padre, troppo ligio al dovere con alcuni gruppi industriali, venne spedito tra le montagne dell'Abruzzo a fare il suo lavoro lontano dagli occhi "importanti". La madre di Cecchi' muore giovane, e il padre, in difficoltà nel crescere il figlio, lo manda al convitto. Lì Cecchi' studia, si forma, e dopo il servizio militare come ufficiale dell'artiglieria da montagna, scopre un concorso per entrare in banca in piazza della Borsa a Trieste. È preparato, si è diplomato a pieni voti, ha tutte le carte in regola… ma durante la visita medica qualcosa va storto. A farla è un medico austriaco che non ha simpatia per gli italiani. Trieste era passata da poco all'Italia, e questo non era ben visto da molti. Cecchi' viene scartato per un presunto difetto fisico mai riscontrato prima. Ma non si arrende. Prova un’altro concorso, questa volta a Genova, per la stessa banca. E qui succede: passa. Inizia la sua carriera con la determinazione di chi non si fa abbattere. È bravo, Cecchi'. Determinato. Un uomo di quei tempi, quei numeri due, i silenti: un passo avanti nel pericolo, due indietro davanti al successo. All'epoca li definivano Ossatura dello Stato. Gli anni passano, e un giorno si ritrova a Trieste, proprio nella stessa banca dove anni prima era stato scartato. Ma ora come direttore del personale. E sapete cosa fa? Organizza una riunione. Chiamare tutti i collaboratori, compreso quel medico. Quando entra nella sala, Cecchi' lo guarda e gli dice: Il medico tenta di parlare, ma Cecchi' lo interrompe: Cecchi' rimase a Trieste per un po', poi andò a Brescia, poi a Milano. Fu uno dei pilastri del Credito Italiano, tanto che gli estratti conto dei clienti in giro per il mondo portavano la sua firma: Francesco Gusmitta. Non l'ho mai conosciuto personalmente, ma sento mio nonno dentro di me. La sua è stata una vita eroica, come quella di tanti italiani del suo tempo. Forse un giorno ve la racconterò tutta, ma oggi vi lascio con questa storia.
“Si ricorda di me?”
Il medico balbetta qualcosa, non sa cosa dire.
Cecchi' continua:
“Lei, in qualità di medico, mi visitò in data (tal dei tali) e decretò che io non fossi idoneo. Oggi, come vede, non solo sono qui, ma occupo questa poltrona. E in qualità di direttore del personale, devo dirle che non può più continuare a operare per il nostro istituto. E non solo: mi sono premurato che lei non lavori più nemmeno per altre realtà dove il suo ruolo è essenziale.”
“Può andare. Noi ora abbiamo da lavorare.”