"Riflessioni al Calar del Sipario: La Sacralità del Teatro nel Ricordo della Sua Giornata Mondiale"

Ieri abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Teatro, e oggi, nel silenzio che segue le celebrazioni, mi ritrovo immerso in profonde riflessioni. I miei pensieri si dirigono verso i miei primi passi in quel luogo che percepivo come un tempio sacro. Un tempo in cui ogni movimento, ogni parola sul palcoscenico era intrisa di un profondo rispetto e devozione non solo per l'arte che stavamo creando, ma anche per la nostra essenza più intima come artisti.

 

In quest'epoca di rapide trasformazioni, mi domando quanto di quella sacralità sia rimasto nel nostro approccio all'arte e, più in generale, alla vita. Eliminare quell'elemento di rispetto significa perdere di vista la direzione verso cui tendiamo come esseri umani, come artisti.

 

In questa giornata di meditazione, che segue la celebrazione del teatro, mi appello a tutti noi per ritrovare quella sacralità perduta, quel rispetto fondamentale per noi stessi e per il nostro operato. La mia aspirazione è che possiamo riflettere sull'importanza di rinnovare quel senso di dedizione verso l'arte e l'umanità. Un tempo, il segno della croce precedeva l'entrata in scena, simbolo di una consapevolezza più profonda e di un impegno sacro.

 

Utilizziamo il ricordo della Giornata Mondiale del Teatro come uno stimolo a non prendere nulla troppo alla leggera: la vita, l'arte, la nostra stessa esistenza. Riconoscendo e valorizzando il rispetto, l'impegno e la sacralità, potremo forse lasciare un segno indelebile, non solo nel teatro, ma nel tessuto stesso della nostra vita.