LA TECNOLOGIA SOPPIANTA L' UOMO? Riflessione di un uomo di Teatro che ama le Stelle e l'Universo Tutto

Per tirare le somme del concetto di bellezza, il buon Universo ci ha dotato dei cinque sensi , in modo che la risultante , ovvero il minimo comune multiplo tra le variabili Olfatto, Gusto , Tatto , Udito e Vista sia la risposta. Oggi però grazie al virtuale,dai telefonini alla televisione al computer e compagnia cantante, siamo portati a vivere solamente attraverso gli ultimi due sensi, la vista e l'udito lasciando sempre meno spazio all’olfatto al tatto e al gusto.

Con il rischio di far assopire gradualmente, l’uso della messa a fuoco interiore, in effetti da quando deleghiamo tutto, alla tecnologia, ci siamo impigriti anestetizzando i sensi, non pretendiamo più di stare bene , quella felicità  che nasce dalla bellezza interiore  ,e di rimando,  oscurando il mondo intorno a NOI , vista l'anima dei più.

Sorrido quando vedo persone attribuire ad una cospirazione di pochi potenti l’orrore del mondo, perché chi comanda, altro non è che il frutto dell’interiorità dei molti. Fino a quando non torneremo a vibrare come esseri umani come potremo pretendere al comando la bellezza?

A nessuno è impedito di comporre come Petrarca, o come Neruda, eppure tra i premi  odierni, siam ben lontani da certi afflati, o apici come dir si voglia, così pure nella musica.

Perché non troviamo più uno come  Mozart, come Morricone o  Elthon John nella musica ?  Per non parlare di un Bernini o un Caravaggio nell'arte dello scolpire e del dipingere.

Tutto si è fortemente depauperato in modo proporzionale all’uso esagerato della tecnologia.

Un uomo che non si ama non può amare il bello e senza volere farà distruggere l'esempio vivente della bellezza, la natura a se circostante  ,  diffonderà malessere, senza colpa, perché non avendo idea di cosa sia il gusto dell'amore dello stare bene , pur parlandone come ne parla oggi .  La bellezza pare non faccia più parte dell'umanità a vedere da ciò che costruisce. 

Gli esoterici direbbero che siamo qui per sperimentare il nostro scafandro di carne, per giungere all'essere infinito dentro di noi, un corpo che abbandoneremo finito il periodo temporale a noi restante.

Però per tornare alla magnificenza delle stelle dovremmo poterne comprendere la bellezza, per poterla difendere in terra. Dicono che questo sia il paradiso, l’eden, e che dovremmo fungere da giardinieri. Ma se i giardinieri delegano tutto alla macchina perdendo le proprie facoltà che senso ha mantenerne la nostra missione?

I biologi dicono che l'esperimento umano sia giunto al termine, vogliamo dimostrare il contrario tornando ad amarci amando ?

Franz Gusmitta