"Invictus" la poesia che aiutò Mandela di William Ernest Henley

l titolo proviene dal latino e significa "non vinto", ossia "mai sconfitto". Fu composta nel 1875 e pubblicata per la prima volta nel 1888 nel Book of Verses ("Libro di Versi") di Henley.

 In origine non recava un titolo, il titolo Invictus fu aggiunto dallo scrittore e critico letterario Arthur Quiller - Couch  quando incluse la poesia nella sua fondamentale antologia della poesia inglese, Oxford Book of English Verse (1900).

All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea . Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni. 

La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale. 

La poesia era usata da Nelson Mandela per farsi forza negli anni della sua prigionia durante l'apartheid . 

Gli ultimi versi della poesia furono usati da Timothy McVeigh come ultimo messaggio prima dell'esecuzione capitale.


Video 

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Testo 

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio gli dei qualunque essi siano
Per la mia indomabile anima.
Nella stretta morsa delle avversità
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l'orrore delle ombre.
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.